Ieri abbiamo appreso con sconcerto della firma da parte del Sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, dell’ordinanza di sgombero del CSOA Cloro Rosso.
Il nostro sconcerto è dettato da tre ordini di motivi.
il primo è di carattere squisitamente politico, e cioè non ci può sembrare ragionevole il fatto che un sindaco di sinistra, nella “Puglia Migliore”, decida che vada chiuso, con un atto violento, un’esperienza, forse l’unica a Taranto, di partecipazione democratica, di costruzione sociale di senso e di produzione culturale alternativa, tutti argomenti che dovrebbero essere non solo propri ma persino prioritari per la Sinistra, in modo particolare quando questa governa e ha la responsabilità di costruire e tutelare l’“altro mondo possibile”, non tradendo il proprio mandato storico.
Il secondo ordine di ragioni è per così dire di scelta delle priorità. Può oggi il sindaco di Taranto, la città dell’Ilva, dei veleni che questa ancora riversa sulla popolazione, la città dei morti di lavoro, la città del dissesto economico lasciato dal governo precedente, riversare la propria “energia amministrativa” sulla chiusura del Cloro Rosso? Noi riteniamo di no. E il nostro dissenso deriva anche dal fatto che il lavoro degli attivisti del Cloro Rosso ci è sembrato, in questi due anni, un lavoro svolto per il bene comune, per l’inclusione sociale nelle periferie degradate, per l’ambiente e per l’antifascismo come valore universale e non solo storico. Tutto ciò non può non rappresentare un bagaglio fondamentale ed irrinunciabile per la città di Taranto.
Infine il terzo motivo ci sembra banalmente dettato dal buon senso; e ha a che fare direttamente con ciò che i ragazzi e le ragazze del Cloro Rosso producono nella periferia di Taranto. La palestra popolare, la biblioteca, i concerti, le mostre, gli spettacoli e gli oltre duecento eventi organizzati in due anni rappresentano, per quell’area abbandonata al degrado sociale, linfa vitale. Svolgono un’azione importantissima di inclusione sociale, al punto da rischiare la propria vita (ricordiamo tutti quello che è successo a Claudio o a Riccardo; e ricordiamo la solidarietà espressa da tutti, ad incominciare dal sindaco in quell’occasione). Per questo motivo riteniamo vadano persino portati ad esempio di determinazione, coraggio e coerenza, non di certo sgomberati.
Auspichiamo che il Sindaco ci ripensi; se ciò non accadesse staremo da una sola parte della barricata: quella delle compagne e dei compagni del CSOA Cloro Rosso di Taranto. Saremo con loro in strada e in ogni luogo dove facciamo politica.
Difenderemo il diritto del CSOA Cloro Rosso di esistere fino all’”ultimo respiro”.
Per la segreteria Regionale del Prc
Nicola Cesaria
Tonia Guerra