sabato 30 luglio 2011

Imma Barbarossa: Lettera a Repubblica su parità di genere e... un link per gli smemorati

Caro direttore,
leggo in Cronaca (p.IV) su Repubblica di Bari un pezzo su una proposta di legge dell’assessora regionale Elena Gentile riguardante la parità di genere per le elezioni regionali. Nel pezzo vengono citate alcune donne sostenitrici della proposta.
Mi rendo conto che la’cronaca’ parla del presente come ‘immediatezza’ e non del ‘presente come storia’ ma,avendo partecipato per Rifondazione comunista ad una recente assemblea regionale di donne in cui si è discussa la proposta oggetto della ‘cronaca’,vorrei esprimere a mo’ di ‘storia’,sempre recente,alcune precisazioni:
  1. Il gruppo del PRC alla fine della scorsa legislatura avanzò,tramite il consigliere Piero Manni, una proposta per la “parità di genere” per le liste e le elezioni riscontrando un’attenzione più o meno tiepida nel PD e in SEL;
  2. Tonia Guerra della segreteria regionale del PRC ha seguito il percorso della discussione sulla democrazia di genere sin dalla scorsa legislatura;
  3. Io stessa sono intervenuta nell’assemblea citata alla presenza dell’assessora Gentile;
  4. Le donne del PRC in Campania hanno contribuito alla stesura della legge regionale campana, da cui prende le mosse l’iniziativa pugliese.
Personalmente penso che una misura legislativa non sia sufficiente a sconfiggere il patriarcato trasversale innanzitutto perché gli uomini le inventano tutte per neutralizzarla (ad esempio si circondano di donne ‘amiche’ per pilotare la doppia preferenza) e in secondo luogo per la contraddizione presente in donne che sostengono la parità di genere e poi votano uomo. Ma, in ogni caso, credo fermamente che la misura legislativa sia assolutamente utile,come tutte le misure che vanno in direzione di una rappresentanza reale (ad esempio una legge elettorale proporzionale a tutti i livelli).
Detto questo, scrivo non per lamentare una esclusione dal pezzo di cronaca (c’è una regia occulta?) ma semplicemente per amore di “storia”.
Imma Barbarossa 
(già presidente della Commissione Pari Opportunità nel Comune di Bari) 

30 luglio 2011

sabato 23 luglio 2011

COMUNICATO STAMPA sull’operazione “San Raffaele del Mediterraneo”

Siamo stati i primi e senza alcun tentennamento ad opporci con forza a quella che ci apparve subito come una operazione scellerata e speculativa a danno della salute dei cittadini, della sanità pubblica, del territorio. Oggi,a scorrere le cronache nere dei giornali, saremmo ben legittimati a rivendicare l’aver visto giusto, ma a noi non interessa mettere medagliette: a noi importa continuare una ferma battaglia,insieme a tutti quelli che ne condividono l’obiettivo, perché l’affare “San Raffaele” non vada in porto, i fondi pubblici (ben 120 milioni di euro!) vengano immediatamente reinvestiti nel potenziamento degli Ospedali pubblici e, soprattutto, in quei servizi di medicina territoriali, tanto sbandierati per attenuare le proteste della gente e assicurare un moderna visione della tutela della salute dei cittadini.

Le notizie di questi giorni aprono squarci, se possibile, anche più preoccupanti di quanto si potesse immaginare sul giro di interessi e di intrecci perversi che si agitano intorno all’operazione “San Raffaele”, che, se per certi aspetti riguardano il grande bussines del gruppo milanese oggi in ginocchio, dall’altro vede coinvolti “protagonisti” locali. Su questi intrecci che vedono al centro, più cha la salute dei cittadini, una grande operazione di speculazione fondiaria ed edilizia su terreni agricoli ed in parte “percorsi da incendi”, sarà bene che anche la Magistratura faccia piena luce.

Ma, sul piano politico, la Regione, il Comune e la Provincia di Taranto non possono far finta di nulla! Abbiamo apprezzato un certo ripensamento fatto balenare dal Sindaco Stefano nel corso della recente iniziativa della CGIL, augurandoci che seguano iniziative consequenziali.

Noi chiediamo con decisione alla Regione Puglia di bloccare definitivamente l’operazione di variante urbanistica oggetto dello “scambio” con la Fintecna e i revocare il finanziamento di 60 milioni già stanziato per l’operazione e di utilizzare quei fondi per attenuare il drammatico impatto sociale sui cittadini pugliesi, che il piano di rientro sanitario imposto dal Governo di centro-destra sta determinando. Abbiamo apprezzato la ferma e lucida posizione contraria espressa dalla CGIL nell’iniziativa pubblica del 6 luglio (ma anche degli altri Sindacati), così come stigmatizziamo con forza quella che è apparsa come una vera e propria “intimidazione” a mezzo stampa dei consiglieri regionali (ahinoi di centro-sinistra e tutti insieme!) di qualche ora prima a… non occuparsi di queste questioni, in quanto loro gli unici depositari della verità rivelata!
Chiediamo che ora ci sia una forte mobilitazione dei cittadini e di tutte le Organizzazioni che, con argomentazioni assolutamente inconfutabili, si oppongono ad una operazione che Gino Strada ha definito «una schifezza, una inutile macchina mangia soldi», e che hanno indicato alternative credibili e ineccepibili sul piano etico e morale.
Vale la pena ricordare una volta di più, che l’operazione prevede la chiusura di due ospedali pubblici (SS.ANNUNZIATA e MOSCATI) per fare posto ad un nuovo ospedale che sarà gestito dal privato e realizzato interamente con fondi pubblici (210milioni di euro della Regione Puglia e del Ministero della Sanità) la riduzione del 12% di posti-letto e la mortificazione delle professionalità e delle competenze che la sanità pubblica annovera al suo interno.
Un’operazione ad esclusivo vantaggio del privato, e di un privato che sta affogando in 1 miliardo di debiti!

Taranto, 23 luglio 2011

Nicola CESARIA, Segretario Regionale PRC Puglia
Preneste ANZOLIN, Segretario Provinciale PRC Taranto



http://www.rifondazionepuglia.org/joomla/ultime/comunicato-su-san-raffaele-taranto.html

martedì 19 luglio 2011

Manifestazione per la OM di Modugno

COMUNICAZIONE URGENTE



Ai componenti del collettivo e alle RSU di Fim-Fiom-Uilm, si comunica che il giorno 26 luglio p.v. a partire dalle 18,30 si terrà una manifestazione pubblica a Modugno in P.zza Garibaldi a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori della Om Carrelli Elevatori Spa, contro la chiusura dello stabilimento di Bari/Modugno annunciata dalla Direzione Aziendale.

Pertanto, invitiamo gli iscritti, gli attivisti, le RSU di Fim-Fiom-Uilm ad attivarsi per la piena riuscita della suddetta iniziativa di solidarietà, che riveste un’ importanza di carattere sociale per l’intero territorio.

Bari, 19 luglio 2011

Le Segreterie Territoriali
FIM CISL – FIOM CGIL – UILM UIL

giovedì 14 luglio 2011

Piero Manni: una porcheria perpretata dalla casta politica

Lecce, 14 luglio 2011

Ieri non mi è stato possibile leggere i giornali regionali, e mi ero perso questa bella notizia del “recupero-crediti” da parte dei consiglieri regionali in carica ed ex, né avevo avuto alcun sentore di quello che stava per accadere, e che con semplicità definirei una porcheria, l’ennesima, perpetrata dalla casta politica.

Cinque anni fa il consiglio regionale votò all’unanimità una riduzione del 10% della indennità integrativa, vantandosi della decisione (e io forse più di tutti) e con un discreto ritorno in termini di immagine; oggi parte (la maggiore? la quasi totalità?) di quei consiglieri ritiene di aver commesso in quella occasione un errore, e rivuole indietro con gli interessi gli euro cui aveva rinunciato.

Giuridicamente la richiesta sembra ineccepibile, sul piano politico e morale è certamente una porcheria: il Parlamento sta per approvare all’unanimità una manovra da non si capisce quante decine di miliardi che costerà “lacrime e sangue” agli italiani in termini di occupazione, di impoverimento, di servizi sociali e di qualità della vita. E i consiglieri regionali chiedono la restituzione (come se li avessero cacciati di propria tasca) di, sembra, 63.000 euro più gli interessi. Più la loro pensionabilità.

Sono una bella cifra, 63.000 euro, oltre 50 mensilità di un insegnante di prima nomina, più di 60 di un operaio, e a me sarebbero preziosi in questa fase un pochino difficile, economicamente dico, della mia vita personale e professionale; solo che io sono comunista, sono ancora un compagno (che bella parola, armoniosa e superamicale: persone che condividono il pane, la convivialità delle relazioni sociali; una parola di profonda religiosità, che per i cristiani si concretizza nella compartecipazione ad un sacramento), e non voglio subire l’umiliazione di un privilegio non condiviso dai miei interlocutori sociali.

Piero Manni
Segreteria regionale Rifondazione Comunista Puglia


venerdì 8 luglio 2011

Quale Legalità per il Quartiere Libertà

Quale Legalità per il Quartiere Libertà

Bari, 8 luglio 2011

Insieme ad altri esponenti della sinistra di Bari, abbiamo promosso un momento di riflessione e di discussione sulla questione della sicurezza, dell'antifascismo e dell'antirazzismo in città.
E' sotto gli occhi di tutti che a Bari da tempo si è avviato uno “sdoganamento” di pratiche di destra xenofobe e razziste, si sono verificate aggressioni ai Gay e giovani militanti di sinistra, si è legittimata la presenza di organizzazioni di destra camuffate da ONLUS in iniziative pubbliche promosse o patrocinate da Comune, Provincia e Regione.
La stessa manifestazione al quartiere Libertà rientra in questa strategia di penetrazione nel tessuto cittadino di queste pratiche, questo non può e non deve avvenire. Vanno messe in campo iniziative di controinformazione, vanno costruiti gli anticorpi sociali al più presto: in questa direzione molto possono fare le iniziative come quella promossa in alternativa al corteo, e ancora di più possono fare le istituzioni.
Che al quartiere Libertà come in altri quartieri c'è un problema di legalità è fuori dubbio, ma le risposte che vengono date a questo problema fanno più paura. Risposte che ipocritamente alimentano la demonizzazione dell'altro, del diverso, dell'immigrato, e che, cavalcando il mito ipocritamente securitario delle forze dell'ordine, chiedono altresì più repressione e più criminalizzazione della collettività. Queste politiche applicate in altre città italiane hanno ampiamente mostrato il loro fallimento.
Quello che si nota al quartiere Libertà è la scarsa presenza dell'amministrazione comunale di Bari, a cui si propone un consiglio comunale monotematico, per discutere con i cittadini e le forze democratiche sugli interventi possibili da fare nel quartiere.

Sabino De Razza, segretario provinciale Rifondazione Comunista Bari
Vito Leli, portavoce Giovani Comunisti Bari

martedì 5 luglio 2011

L'antirazzismo paga

Comunicato stampa

Da stamattina le strade di Bari sono state inondate da un corteo di oltre 300 migranti del C.A.R.A. determinati a richiedere il riconoscimento del permesso di soggiorno. Infatti lo slogan che ha accompagnato tutta la manifestazione è stato “Documento! - No, negativo!”. In seguito una delegazione della manifestazione antirazzista, composta anche da rappresentanti regionali e comunali, ha incontrato i rappresentanti della Prefettura di Bari. L'incontro ha prodotto come unico impegno da parte della Prefettura l'invio entro stasera 5 luglio di una relazione al Ministero degli Interni con la richiesta avanzata dalla delegazione di concedere il permesso di soggiorno a tutti coloro che provengono dalla Libia senza distinzioni di nazionalità.
La manifestazione odierna è scaturita dalla protesta tenutasi il 20 giugno presso la Regione Puglia che ha prodotto l'impegno dell'Ordine degli Avvocati di fornire l'assistenza legale e il gratuito patrocinio per i ricorrenti che hanno già avuto il diniego.
I migranti di varie nazionalità che lavoravano in Libia e in seguito alla guerra sono fuggiti e arrivati in Italia hanno trovato solo il diniego della richiesta di asilo politico in quanto la loro provenienza viene riconosciuta in base alla loro nazionalità e non in base al territorio di provenienza, ovvero la Libia. Inoltre nel territorio pugliese ci sono migranti provenienti dall'Afghanistan, dall'Iraq, dal Kurdistan (cosiddetti “casi Dublino)” in attesa del riconoscimento da oltre 10 mesi.
La Rete Antirazzista di Bari continuerà a sostenere le ragioni dei migranti fuggiti dalla Libia a causa delle guerra in corso, per il riconoscimento del permesso di soggiorno umanitario per tutti. Davanti alla realtà pugliese che vede la presenza dei C.I.E. di Bari e Restinco di cui chiediamo la chiusura insieme ai cosiddetti centri di accoglienza C.A.R.A. e la vergognosa tendopoli di Manduria di cui ancora oggi non si conosce la natura giuridica.
Alla luce delle vicende odierne la Rete Antirazzista si riunirà sabato 9 luglio in Via Fornari n. 15 alle ore 19.00.

Bari, 5 luglio 2011