In Italia, soprattutto negli enti locali, nessuno rende mai il conto del proprio operato, del proprio agire politico. La vicenda Tributi Italia consolida questo convincimento.
Non ci si riferisce ai conti con la giustizia (quelli, prima o poi, si è chiamati a regolarli), ma al rendiconto delle scelte politiche adottate negli anni che, in particolare gli amministratori degli enti locali, dovrebbero presentare ai cittadini, magari a fine mandato, ossia dopo un congruo periodo di tempo. Ed invece nessuno viene mai chiamato ad illustrare le conseguenze delle proprie scelte che il più delle volte sono adottate collettivamente dagli organi istituzionali e quindi sono scelte politiche.
Da diversi anni, ormai, si sostiene, con ferma determinazione, che la soluzione all’inefficienza della pubblica amministrazione sta nella privatizzazione dei servizi pubblici locali. L’espressione “esternalizzazione dei servizi pubblici”, infatti, è stata coniata proprio per rappresentare queste scelte amministrative.
L’ufficio tributi del comune non funziona? Che problema c’è? Basta affidare la gestione dei tributi all’esterno, ad imprese private.
E così moltissimi comuni hanno affidato la gestione non solo dei tributi, ma di molti altri servizi, a società esterne oppure a società costituite dal comune medesimo, magari coinvolgendo nella società, in misura minoritaria o maggioritaria, imprenditori privati, i c.d. soci operativi.
Le aziende municipali sono pressoché scomparse.
Quasi tutti i comuni hanno preferito esternalizzare il servizio spazzamento, raccolta e smaltimento dei rifiuti, il servizio distribuzione del gas metano, il servizio trasporto pubblico locale, il servizio manutenzione strade, il servizio mensa scolastica e molti altri ancora.
Si badi bene: per il solo fatto di aver esternalizzato un servizio, i relativi costi per il Comune certamente si aggravano a) per effetto dell’IVA, che normalmente ammonta al 21% in più (non proprio un’inezia) poiché la società affidataria del servizio deve obbligatoriamente assoggettare ad IVA il corrispettivo della prestazione fornita e l’IVA, si sa, resta a carico di chi riceve la prestazione; b) per le spese di gestione della società, che ovviamente non possono non concorrere alla quantificazione del corrispettivo; c) per le spese relative alla gara d’appalto che, nel tentativo - non sempre coronato da successo - di scegliere in modo imparziale e trasparente il miglior partner al minor costo, comportano procedure complesse e spese niente affatto trascurabili.
Almeno sotto questo profilo, v’è un consistente aumento dei costi, non una diminuzione.
Quanto al miglior rapporto costi – benefici della gestione del servizio affidata al privato rispetto a quella affidata al pubblico, in verità, le esperienze, non solo quella davvero clamorosa di Tributi Italia, insegnano che per lo meno è tutto da dimostrare.
Eppure si continua a sostenere con insistenza e convinzione che per rendere alla cittadinanza servizi pubblici migliori a minor costo occorre rivolgersi al privato poiché il pubblico è quasi sempre fonte di inefficienze e ruberie di ogni genere.
Coloro i quali hanno deciso l’affidamento del servizio riscossione tributi a Tributi Italia dovrebbero, quanto meno, spiegare in che senso è migliorato il servizio per i loro amministrati. Per Tributi Italia sicuramente, ma per il Comune?
Sia chiaro: il caso Tributi Italia è solo quello più eclatante. Moltissimi comuni, e relativi cittadini, non sono affatto contenti dei servizi pubblici locali loro forniti per il tramite di imprese affidatarie e molto spesso i costi sopportati dall’ente, o peggio direttamente dagli stessi cittadini, non sono affatto più vantaggiosi rispetto ad una gestione municipale.
La privatizzazione dei servizi pubblici locali per molti è ancora la panacea di tutti i mali della pubblica amministrazione, ma sono pochissimi i casi in cui si è confrontata la qualità del servizio, e relativo costo, prodotto precedentemente in economia dal Comune con quella del servizio successivamente esternalizzato e quando ciò è avvenuto, con metodo serio e rigoroso, non sono mancati casi in cui si è preferito reinternalizzare il servizio.
Paolo Marra, Vice Sindaco Comune di Modugno
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