LETTERA DEL SEGRETARIO NAZIONALE, PAOLO FERRERO
Cari compagni e compagne,
vi scrivo nel giorno in cui Ingroia ha sciolto
le riserve sulla sua candidatura e si è ufficialmente candidato a presidente
del consiglio per una lista che si chiama rivoluzione civile. Si tratta di un
risultato positivo in se perché vuol dire che alle prossime elezioni vi sarà
una lista a sinistra della coalizione de democratici e progressisti, su
posizioni chiaramente antiliberiste e antimontiane. La possibilità di portare
in parlamento una delegazione di coloro che in questi anni – partiti,
associazioni e comitati - si sono battuti contro le politiche liberiste - e
negli ultimi mesi con le politiche di Monti – è oggi alla portata di mano e si
tratta di un risultato di grande portata. Noi pensiamo che questo sia il punto
fondamentale e che a partire da questo risultato – tutt’altro che scontato –
occorra dare una valutazione positiva del risultato raggiunto.
A questo percorso abbiamo lavorato da mesi,
all’interno del percorso aperto dall’appello cambiare si può e - da quando
Ingroia ha fatto il suo appello - anche con le forze che si sono raccolte
attorno a io ci sto, lavorando per unificare questi due percorsi.
In particolare abbiamo posto il tema della
collocazione politica, chiedendo di sciogliere ogni ambiguità nel rapporto con
il pd, cosa puntualmente avvenuta anche nella conferenza stampa di Ingroia di
stamattina. In secondo luogo abbiamo chiesto ed ottenuto - rispetto al primo
programma presentato da Ingroia - che vi fossero inseriti con assoluta
chiarezza il no alle grandi opere a partire dalla TAV, il no al fiscal compact
ed in generale una decisa messa al centro delle questioni sociali e del lavoro.
In pratica una qualificazione chiara in senso antiliberista della lista stessa.
Questo è avvenuto e quindi il problema della collocazione e del programma della
lista si è risolto positivamente nella direzione da noi auspicata.
Per quanto riguarda il simbolo, trattandosi di
una lista di coazione non contiene alcun simbolo di partito ma – per quanto ci
riguarda – ha una chiaro riferimento al movimento operaio nella riproduzione
del “quarto stato” in rosso nella parte bassa del simbolo. La scritta Ingroia
al centro del simbolo – che certo è al di fuori della nostra tradizione e cultura
politica - si rende necessaria dati i tempi strettissimi che abbiamo per far
conoscere il simbolo a qualche decina di milioni di persone e quindi conseguire
il risultato. In ogni caso noi faremo propaganda come Rifondazione Comunista
invitando a votare la lista “rivoluzione civile”.
Per quanto riguarda la candidatura del
sottoscritto – che come sapete non avevo mai posto come questione dirimente, in
quanto consideravo la costruzione della lista il punto principalissimo e
centrale a cui sacrificare ogni altra considerazione - la scelta di Ingroia è
quella di avere la candidatura dei segretari di partito come riconoscimento del
passo indietro fatto attraverso la non presentazione dei simboli in campagna
elettorale. Proprio sulla questione della candidatura dei segretari di partito
la delegazione nominata dall’assemblea nazionale di cambiare si può (Revelli,
Pepino e Sasso) ha marcato un dissenso molto forte che adesso viene posto in
votazione all’interno della rete di cambiare si può.
Nei prossimi giorni proseguiranno quindi gli
incontri e nel CPN del 5 decideremo in via definitiva su tutte le materie
riguardanti queste prossime elezioni.
Credo che abbiamo fatto un decisivo passo nella
direzione giusta che stiamo perseguendo da mesi: Occorre continuare a lavorare
per allargare le forze che concorrono alla lista a partire dall’obiettivo del
pieno coinvolgimento di “Cambiare si può”.
Un caro saluto
Paolo Ferrero
29.12.2012
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