lunedì 12 ottobre 2015

Documento Commissione Politica

Documento Commissione Politica
Conferenza della Federazione di Bari

            L'avvento di una nuova fase politica ed economica, e di congiuntura nazionale, europea ed internazionale, del conflitto capitale – lavoro, che vede sempre più schiacciante la vittoria delle classi padronali, è il substrato su cui l'azione politica della nostra giovanile del partito si trova ad operare.
            I vati del neoliberalismo internazionale reggono oggi le fila dell'agenda politica ed economica dell'Unione Europea e delle altre istituzioni  del capitalismo finanziario mondiale, non legittimate da tutti i parlamenti e ancor meno dai popoli degli stati-nazione ad esse aderenti: l'esautorazione delle istituzioni democratiche e dei mandati elettoriali e referendarie sono sotto gli occhi di tutti.
            L'attacco allo stato sociale e al diritto al lavoro, frutto in Italia più che altrove dell'azione parlamentare del Partito Comunista Italiano e dell'azione di piazza dei movimenti e dei partiti della sinistra rivoluzionaria risulta essere la bussola che dirige l'azione degli esecutivi degli ultimi vent'anni: i tagli ai fondi pubblici destinati alla sanita, all'istruzione, alla ricerca e alle aziende municipalizzate, imposti da spending review e fiscal compact si fanno di anno in anno più ingenti, mentre cresce il sotegno bipartisan ad istituti e fondazioni di diritto privato.
            Vengono così ad essere sacrificati sull'altare dei profitti il diritto alla salute, quello allo studio e ad una vita dignitosa: al giorno d'oggi il servizio sanitario di base non è più garantito a tutti, mentre scuole superiori ed università sono sempre più esautorate degli spazi democratici di discussione e pianificazione comune da parte del personale della scuola.
            In queste la privatizzazione dei saperi è sempre più la parola d'ordine egemone all'interno degli organismi di governo delle stesse e delle lobby che sempre più gestiscono paternalisticamente la loro progressiva aziendalizzazione.
            D'altra parte l'istituzione dell'alternanza scuola-lavoro segna uno dei prodotti più "marci" della combinazione dei decreti attuativi del Jobs Act e della Buona Scuola. Tale istituto vuole imporsi come nuovo paradigma di sfruttamento al minor costo possibile che Confindustria e governi vogliono sia il pane quotidiano dei lavoratori e delle lavoratrici di oggi e di domani.
            Ridare centralità politica e culturale a lavoratori e lavoratrici, rendendo coscienti delle analogie piuttosto che delle divergenze coloro che hanno contratti con grado di precarietà diverso, che sono in cerca di lavoro e che sono disoccupati, assai utile alle logiche "dividi et impera", armi preferite da parte dei padroni, da ultimo con la contrapposizione del "bravo italiano" e del "cattivo migrante", ci pare il primo passo necessario per il ribaltamento dei rapporti di forza nel conflitto capitale-lavoro.
            Ribaltamento da perseguire puntando sull'organizzazione dei soggetti del conflitto, all'interno delle scuole, delle università e dei luogi di lavoro in senso generale: fuori da ogni tifoseria tra "collettivi" e "associazioni studentesche", "sindacati confederali" e "sindacati conflittuali", è imprescindibile agire politicamente a seconda delle condizioni oggettive con cui ci si trova a fare i conti in una data realtà e un dato territorio, tornando a sporcarsi le mani quanto più possibile con i problemi della vita studentesca e lavorativa quotidiana.

            La nostra giovanile ha quindi il dovere di agire in ogni dove per ribadire il suo supporto agli sfruttati di ogni luogo e ogni tempo.

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