venerdì 5 febbraio 2010

Cronaca "nera" dal consiglio regionale pugliese

Ieri, 4 febbraio, nel Consiglio Regionale della Puglia si è aperta una ferita difficilmente rimarginabile. Dopo oltre 4 anni di rinvii, dovevano finalmente andare in discussione le modifiche alla legge elettorale regionale contenute nel programma di governo. Fra le modifiche, tutte importanti in quanto attinenti al nodo cruciale della rappresentanza democratica e al diritto di accesso alle istituzioni di tutte le componenti presenti nella società (è chiaro che lo sbarramento al 4% impedisce tale diritto), vi erano quelle sulla rappresentanza di genere. In un mondo decente la presenza paritaria ed equilibrata dei due generi nelle sedi istituzionali dovrebbe essere, come dire, naturale; non dovrebbe cioè essere oggetto di rivendicazioni o di specifiche disposizioni di legge. In un mondo decente. Sui banchi dell’ ormai “scadente” Consiglio Regionale Pugliese siedono 70 consiglieri, fra cui 1 donna: assistere ad una seduta di Consiglio significa visualizzare questa mostruosità.
Ieri, anche se con un ritardo di qualche anno, si aveva l’occasione per tentare un rimedio, un risarcimento, attraverso l’approvazione di due emendamenti presentati da Rifondazione Comunista, uno sull’ inammissibilità di liste che non rispettassero una equilibrata presenza di genere (non si osava il 50%), l’ altro sulla pari presenza dei due generi in caso di doppia preferenza sulla scheda. La discussione preliminare era stata avviata qualche settimana fa, ma si era alla vigilia delle primarie ed i consiglieri (di destra e di centro-sinistra) decisero opportunisticamente di rinviarla. Non che non ci fossero segnali premonitori, l’assenza del Presidente, il tono dell’ intervento del capogruppo del PD, la svogliatezza che aleggiava nell’aula. Ma, come dire, ci fidavamo degli impegni presi e delle dichiarazioni pubbliche. Alle donne presenti non fu risparmiato niente, neppure lo sberleffo che si levò da parte di alcuni esponenti del centrodestra che, rivolgendosi al capogruppo del PRC che si apprestava a presentare gli emendamenti in questione salutando i consiglieri e “la consigliera”, lo invitavano a salutare anche “l’aula”, “che pure quella è femmina”. Questo fra l’ indifferenza, le risate e gli ammiccamenti dei più, anzi dei “meno”. A noi, che assistevamo sbigottite a quella manifestazione di bullismo istituzionale, restava addosso un inspiegabile senso di vergogna. Ieri l’ aula è tornata ad occuparsi della questione. Per poco, perchè Rocco Palese, candidato della destra alla presidenza della Regione, ha presentato un emendamento per rinviare sine die la discussione. I consiglieri del PRC, nell’ impossibilità di ottenere di votare tutti gli emendamenti, hanno proposto e difeso almeno quelli sulla rappresentanza di genere. La proposta non è stata accolta. L’emendamento della destra è stato votato, con soli 4 voti contrari, da tutti i consiglieri del centro-sinistra, compresi quelli di Sinistra e Libertà. Succede nel terzo millennio, nella Puglia Migliore. Il Presidente era altrove.

Bari, 5 febbraio 2010
Tonia Guerra, Segreteria Regionale PRC
Eleonora Forenza, Segreteria Nazionale PRC

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