Siamo stati i primi e senza alcun tentennamento ad opporci con forza a quella che ci apparve subito come una operazione scellerata e speculativa a danno della salute dei cittadini, della sanità pubblica, del territorio. Oggi,a scorrere le cronache nere dei giornali, saremmo ben legittimati a rivendicare l’aver visto giusto, ma a noi non interessa mettere medagliette: a noi importa continuare una ferma battaglia,insieme a tutti quelli che ne condividono l’obiettivo, perché l’affare “San Raffaele” non vada in porto, i fondi pubblici (ben 120 milioni di euro!) vengano immediatamente reinvestiti nel potenziamento degli Ospedali pubblici e, soprattutto, in quei servizi di medicina territoriali, tanto sbandierati per attenuare le proteste della gente e assicurare un moderna visione della tutela della salute dei cittadini.
Le notizie di questi giorni aprono squarci, se possibile, anche più preoccupanti di quanto si potesse immaginare sul giro di interessi e di intrecci perversi che si agitano intorno all’operazione “San Raffaele”, che, se per certi aspetti riguardano il grande bussines del gruppo milanese oggi in ginocchio, dall’altro vede coinvolti “protagonisti” locali. Su questi intrecci che vedono al centro, più cha la salute dei cittadini, una grande operazione di speculazione fondiaria ed edilizia su terreni agricoli ed in parte “percorsi da incendi”, sarà bene che anche la Magistratura faccia piena luce.
Ma, sul piano politico, la Regione, il Comune e la Provincia di Taranto non possono far finta di nulla! Abbiamo apprezzato un certo ripensamento fatto balenare dal Sindaco Stefano nel corso della recente iniziativa della CGIL, augurandoci che seguano iniziative consequenziali.
Noi chiediamo con decisione alla Regione Puglia di bloccare definitivamente l’operazione di variante urbanistica oggetto dello “scambio” con la Fintecna e i revocare il finanziamento di 60 milioni già stanziato per l’operazione e di utilizzare quei fondi per attenuare il drammatico impatto sociale sui cittadini pugliesi, che il piano di rientro sanitario imposto dal Governo di centro-destra sta determinando. Abbiamo apprezzato la ferma e lucida posizione contraria espressa dalla CGIL nell’iniziativa pubblica del 6 luglio (ma anche degli altri Sindacati), così come stigmatizziamo con forza quella che è apparsa come una vera e propria “intimidazione” a mezzo stampa dei consiglieri regionali (ahinoi di centro-sinistra e tutti insieme!) di qualche ora prima a… non occuparsi di queste questioni, in quanto loro gli unici depositari della verità rivelata!
Chiediamo che ora ci sia una forte mobilitazione dei cittadini e di tutte le Organizzazioni che, con argomentazioni assolutamente inconfutabili, si oppongono ad una operazione che Gino Strada ha definito «una schifezza, una inutile macchina mangia soldi», e che hanno indicato alternative credibili e ineccepibili sul piano etico e morale.
Vale la pena ricordare una volta di più, che l’operazione prevede la chiusura di due ospedali pubblici (SS.ANNUNZIATA e MOSCATI) per fare posto ad un nuovo ospedale che sarà gestito dal privato e realizzato interamente con fondi pubblici (210milioni di euro della Regione Puglia e del Ministero della Sanità) la riduzione del 12% di posti-letto e la mortificazione delle professionalità e delle competenze che la sanità pubblica annovera al suo interno.
Un’operazione ad esclusivo vantaggio del privato, e di un privato che sta affogando in 1 miliardo di debiti!
Taranto, 23 luglio 2011
Nicola CESARIA, Segretario Regionale PRC Puglia
Preneste ANZOLIN, Segretario Provinciale PRC Taranto
http://www.rifondazionepuglia.org/joomla/ultime/comunicato-su-san-raffaele-taranto.html
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