giovedì 7 giugno 2012

L'assessore regionale Maria Campese aderisce alla campagna contro l’obiezione di coscienza in sanità


L’assessore regionale Maria Campese aderisce alla campagna nazionale di sensibilizzazione “Il buon medico non obietta” promossa oggi in tutta la Puglia dalla Consulta di bioetica con l’obiettivo di riaffermare il diritto all’autodeterminazione delle donne nei casi di interruzione di gravidanza, secondo quanto previsto dalla legge 194 del 1978.

“E’ una battaglia antica – commenta la Campese – sulla quale pesano valori di ordine morale, etico, politico e religioso considerato che la stessa legge garantisce l’obiezione di coscienza dei medici. Ma è paradossale che in uno stato laico l’80 % dei medici e paramedici si dichiari obiettore, tradendo il diritto di scelta delle donne ribadito dal ben 70 per cento degli italiani nel 1981 con referendum popolare.

Evidentemente – continua l’assessore regionale – i motivi che spingono i medici all’obiezione non sono sempre e solo di natura personale ed etica, ma legati al contesto sanitario in cui operano. E’ chiaro a tutti che il tentativo di conciliare l’autonomia delle donne ad interrompere la gravidanza con quella del medico è impraticabile se al centro della dolorosa scelta non si mettono le pazienti ma si continuino a sostenere, invece, interessi lobbistici e clericali. Il rischio di ritornare agli anni bui dell’aborto clandestino è reale: bisogna vigilare sulla legge e, al contempo – conclude Maria Campese -, aprire un varco al dialogo nel sistema della sanità pubblica, che non può disconoscere la richiesta di aiuto legalizzata delle donne”.

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