Sono ormai due anni che i cittadini italiani subiscono un attacco violento ai propri diritti da parte del Governo Berlusconi, che tramite giochi di palazzo conserva il proprio potere, indifferente alla opposizione sociale delle piazze.
venerdì 31 dicembre 2010
sabato 11 dicembre 2010
CONSULTORI E OBIEZIONE DI COSCIENZA: e il diritto delle donne?
La delibera dell’Assessore Fiore sui Consultori in Puglia è stata ritirata in conseguenza della recente sentenza del TAR Puglia e della “volontà” espressa da un Consiglio Regionale fatto di maschi che pretendono di rappresentare le donne pugliesi su questioni che riguardano la scelta di maternità.
domenica 28 novembre 2010
Benedetto Petrone (1977-2010): Comunista Antifascista Antirazzista
Oggi ricorre il 33° anniversario della morte di Benedetto Petrone, un militante comunista di Bari Vecchia, assassinato nella sera del 28 novembre 1977 da una squadraccia fascista proveniente dalla sezione del MSI di Via Piccinni.
venerdì 26 novembre 2010
Mobilitazione 15 novembre
Sono ormai decenni che la condizione dell'Università Italiana riversa in condizioni vergognose, a causa delle riforme ragionieristiche dei vari governi di centrodestra e centrosinistra, complici di manovre neoliberiste volte alla progressiva distruzione della cultura pubblica come luogo d'origine per le coscienze critiche e di emancipazione sociale.
Il Partito della Rifondazione Comunista e i Giovani Comunisti hanno sempre sostenuto con ogni mezzo le lotte di tutti i soggetti sociali colpiti da queste pseudo-riforme universitarie, quali Studenti, Dottorandi, Ricercatori, Docenti, ed oggi anche i lavoratori esternalizzati dell'Università, che dopo decenni di lavoro in qualità di dipendenti pubblici dell’Università si ritrovano a svolgere le stesse mansioni sotto la dipendenza di ditte appaltatrici esterne.
Per questo motivo oggi 25 Novembre 2010 il PRC e i GC, insieme a tutte le componenti universitarie, sono scesi in Piazza Umberto per sostenere il presidio contro la Riforma Gelmini, che permette l’ingresso nel CdA di soggetti esterni, che precarizza la figura dei ricercatori e di conseguenza alimenta il baronaggio e la gerontocrazia.
Ci auspichiamo che nel prossimo futuro, la radicalità del fronte unico di Studenti, Dottorandi, Ricercatori, e Lavoratori porti al ritiro del DDL 1905 ed al ripristino del valore di un'Istruzione pubblica e per tutte e tutti.
Sabino De Razza, segretario provinciale PRC Bari
Silvia Conca, portavoce provinciale GC Bari
Giovanni Rubini, resp. Università GC Bari
giovedì 14 ottobre 2010
Fronte unico di Studenti e di Ricercatori contro la Riforma Gelmini
Fronte unico di Studenti e di Ricercatori contro la Riforma Gelmini
Bari, 14 ottobre 2010
Questa mattina, in Piazza Umberto a Bari, si è tenuto un presidio di studenti e ricercatori universitari per protestare contro il DDL 1905 della ministra Gelmini.
Questo presidio ha dato vita ad un corteo spontaneo che ha attraversato le vie della città passando per le Facoltà di Lettere e Filosofia, Lingue, Giurisprudenza, Scienze Politiche per sensibilizzare il mondo accademico sul grave disagio che attualmente sta colpendo l'Università pubblica in tutte le sue componenti.
I tagli neoliberisti del Governo Berlusconi, sotto la veste di una Riforma universitaria, stanno demolendo il diritto allo studio degli studenti e il diritto alla libera ricerca dei ricercatori con l'obiettivo di depauperare l'offerta formativa dell'università italiana. Le conseguenze del taglio di fondi alla università si concretizzano nello scaricare il peso della gestione dell'università sugli studenti, con i tagli ai servizi e l'aumento delle tasse, sui ricercatori, sovraccaricandoli di lavoro, sul personale ATA, con la riduzione salariale, sui lavoratori della sorveglianza, esternalizzati e quindi malpagati.
Il DDL Gelmini ha tra le sue connotazioni più gravi l'ingresso nella composizione del CDA di un 40% di privati, il rischio che gli Atenei si riuniscano in Fondazioni private, la precarizzazione del lavoro dei ricercatori, la riduzione della rappresentanza studentesca e l'accentramento dei poteri nelle mani dei Rettori.
Il Partito della Rifondazione Comunista e i\le Giovani Comunisti\e sostengono pienamente la lotta unitaria intrapresa dagli studenti e dai ricercatori per una Università pubblica, di qualità, libera e per tutti.
Sabino De Razza, segretario provinciale PRC Bari
Giovanni Rubini, resp Università GC Bari
venerdì 8 ottobre 2010
8 Ottobre 2010: la FEDERAZIONE DELLA SINISTRA ADERISCE ALLA GIORNATA DI MOBILITAZIONE DELLA SCUOLA
L'8 ottobre il popolo della scuola sarà in piazza per difendere la scuola della Repubblica, sottoposta ad un attacco senza precedenti da parte della ministra Gelmini. È un fatto di grande rilevanza politica che la mobilitazione sia stata indetta, per la prima volta da molti anni, da tutte le organizzazioni studentesche. Altrettanto importanti e significative sono le adesioni che da più parti stanno arrivando, da quella dei coordinamenti dei precari della scuola - decisa dall'assemblea del Volturno – a quella degli studenti universitari e dei ricercatori. Per la stesso giorno sono stati proclamati scioperi di un'ora o dell'intera giornata ai quali, in molte situazioni, si stanno aggiungendo scioperi territoriali.
L'appuntamento dell'8 ottobre sta dunque assumendo le caratteristiche, da noi sempre auspicate, di mobilitazione unitaria e di unificazione delle lotte di quanti si oppongono alla devastazione della scuola pubblica e di tutti i settori della conoscenza. Si tratta di una tappa importante per la crescita del movimento, che vedrà nella manifestazione del 16 ottobre indetta dalla FIOM una ulteriore occasione di convergenza di diversi settori per la difesa dei diritti, della scuola e del lavoro. La Federazione della Sinistra aderisce e sarà in piazza insieme con gli studenti, gli insegnanti e i ricercatori per la difesa della scuola pubblica.
Vito Meloni, Responsabile Nazionale Scuola PRC - Federazione della Sinistra
Piergiorgio Bergonzi, Responsabile Nazionale Scuola PDCI - Federazione della Sinistra
sabato 3 luglio 2010
Lettera aperta a Michele Emiliano, Sindaco di Bari, in merito al Mercato Occupato
Abbiamo letto con molta attenzione la lettera inviata a mezzo stampa ai giovani del Collettivo “Mercato Occupato” di Poggiofranco e ascoltato con altrettanta cura le tue dichiarazioni a una televisione privata locale.
Consentici di dissentire profondamente.
Più volte abbiamo denunciato l'esistenza a Bari di decine di immobili inutilizzati e in stato di degrado sollecitando l'avvio di un pubblico dibattito.
Quando ciò è avvenuto, come nel caso della caserma Rossani, non vi sono stati risultati commisurabili alla partecipazione e alle aspettative diffuse fra i cittadini del quartiere e dell'intera città.
Bari è una città che soffre della carenza di luoghi di aggregazione per i giovani, a meno che non si considerino tali i vari locali privati destinati al consumo.
Tale questione ti è nota sin dalla occupazione della struttura dell'ostello della gioventù, quando non eri ancora Sindaco.
Qui sta la questione: è possibile che in oltre sei anni di amministrazione nulla sia stato stato fatto?
E' possibile che ogni volta che gruppi giovanili pongono la questione si debba rispondere che non ci sono nè spazi né risorse? Sarà pure legale tenere ad ammuffire questi spazi ma non è certamente giusto.
Sono queste le ragioni che ci spingono ad esprimere la nostra solidarietà ai giovani del “Mercato Occupato”.
Ti proponiamo di invertire per una buona volta l'approccio: anziché chiedere di liberare i locali del mercato di Poggiofranco e poi avviare una discussione, si consenta ai giovani di operare liberamente in quella struttura e tra qualche mese discutere sull'esperienza fatta.
Al momento c'è solo una certezza: un grande patrimonio di immobili è ancora inutilizzato, destinato all'abbandono e al degrado (la Caserma Rossani, da te citata, è solo un parcheggio, mentre la circoscrizione di Carrassi-San Pasquale dovrà trasferirsi).
Però dimenticavamo: il Circolo Unione può permanere nei locali del Teatro (ci auguriamo Pubblico) Petruzzelli!
Sempre disposti a discutere, ovviamente, ti salutiamo cordialmente.
Sabino De Razza, segretario provinciale PRC Bari
Gigi Liantonio, segretario cittadino PRC Bari
Bari 02.07.2010
Consentici di dissentire profondamente.
Più volte abbiamo denunciato l'esistenza a Bari di decine di immobili inutilizzati e in stato di degrado sollecitando l'avvio di un pubblico dibattito.
Quando ciò è avvenuto, come nel caso della caserma Rossani, non vi sono stati risultati commisurabili alla partecipazione e alle aspettative diffuse fra i cittadini del quartiere e dell'intera città.
Bari è una città che soffre della carenza di luoghi di aggregazione per i giovani, a meno che non si considerino tali i vari locali privati destinati al consumo.
Tale questione ti è nota sin dalla occupazione della struttura dell'ostello della gioventù, quando non eri ancora Sindaco.
Qui sta la questione: è possibile che in oltre sei anni di amministrazione nulla sia stato stato fatto?
E' possibile che ogni volta che gruppi giovanili pongono la questione si debba rispondere che non ci sono nè spazi né risorse? Sarà pure legale tenere ad ammuffire questi spazi ma non è certamente giusto.
Sono queste le ragioni che ci spingono ad esprimere la nostra solidarietà ai giovani del “Mercato Occupato”.
Ti proponiamo di invertire per una buona volta l'approccio: anziché chiedere di liberare i locali del mercato di Poggiofranco e poi avviare una discussione, si consenta ai giovani di operare liberamente in quella struttura e tra qualche mese discutere sull'esperienza fatta.
Al momento c'è solo una certezza: un grande patrimonio di immobili è ancora inutilizzato, destinato all'abbandono e al degrado (la Caserma Rossani, da te citata, è solo un parcheggio, mentre la circoscrizione di Carrassi-San Pasquale dovrà trasferirsi).
Però dimenticavamo: il Circolo Unione può permanere nei locali del Teatro (ci auguriamo Pubblico) Petruzzelli!
Sempre disposti a discutere, ovviamente, ti salutiamo cordialmente.
Sabino De Razza, segretario provinciale PRC Bari
Gigi Liantonio, segretario cittadino PRC Bari
Bari 02.07.2010
mercoledì 9 giugno 2010
Il testo dell'accordo sulla Fiat di Pomigliano (non siglato da Fiom)
1) Orario di lavoro
La produzione della futura Panda si realizzerà con l'utilizzo degli impianti di produzione per 24 ore giornaliere e per 6 giorni la settimana, comprensivi del sabato, con uno schema di turnazione articolato a 18 turni settimanali. L'attività lavorativa degli addetti alla produzione e collegati (quadri, impiegati e operai), a regime ordinario e ferma la durata dell'orario individuale contrattuale, sarà articolata su tre turni giornalieri di 8 ore ciascuno a rotazione, secondo i seguenti orari:
•primo turno dalle ore 6.00 alle ore 14.00, con la mezz'ora retribuita per la refezione dalle ore 13.30 alle ore 14.00;
•secondo turno dalle ore 14.00 alle ore 22.00, con la mezz'ora retribuita per la refezione dalle ore 21.30 alle ore 22.00;
•terzo turno dalle ore 22.00 alle ore 6.00 del giorno successivo, con la mezz'ora retribuita per la refezione dalle ore 5.30 alle ore 6.00. La settimana lavorativa avrà pertanto inizio alle ore 6.00 del lunedì e cesserà alle ore 6.00 della domenica successiva.
Lo schema di orario prevede il riposo individuale a scorrimento nella settimana. L'articolazione dei turni avverrà secondo lo schema di turnazione settimanale di seguito indicata: 1° - 3° - 2°
Il 18° turno, cadente tra le ore 22.00 del sabato e le ore 6.00 del giorno successivo, sarà coperto con la retribuzione afferente la festività del 4 Novembre e/o con una/due festività cadenti di domenica (sulla base del calendario annuo), con i permessi per i lavoratori operanti sul terzo turno maturati secondo le modalità previste dall'accordo 27 Marzo 1993 (mezz'ora accantonata sul terzo turno per 16 turni notturni effettivamente lavorati pari a 8 ore) e con la fruizione di permessi annui retribuiti (P. A. R. contrattuali) sino a concorrenza.
Le attività di manutenzione saranno invece svolte per 24 ore giornaliere nell'arco di 7 giorni la settimana per 21 turni settimanali. L'attività lavorativa degli addetti (quadri, impiegati e operai), a regime ordinario, sarà articolata su 3 turni strutturali di 8 ore ciascuno, con la mezz'ora retribuita per la refezione nell'arco del turno di lavoro a rotazione e con riposi individuali settimanali a scorrimento.
L'orario di lavoro giornaliero dei lavoratori addetti al turno centrale (quadri, impiegati e operai) va dalle ore 8.00 alle ore 17.00, con un'ora di intervallo non retribuito. Per i quadri e gli impiegati addetti al turno centrale si conferma l'attuale sistema di flessibilità dell'orario di lavoro giornaliero (orario in entrata dalle ore 8 alle ore 9 calcolato a decorrere dal primo dodicesimo di ora utile). In alternativa, su richiesta delle Organizzazioni Sindacali nel caso in cui intendessero avvalersi della facoltà di deroga a quanto previsto dal D. Lgs. 66/2003 e successive modifiche e integrazioni in materia di riposi giornalieri e settimanali.
Lo schema di orario per lo stabilimento prevede, a livello individuale, una settimana a 6 giorni lavorativi e una a 4 giorni. L'articolazione dei turni avverrà secondo lo schema di turnazione settimanale di seguito indicata: 3° - 2° - 1° Nella settimana a 4 giorni saranno fruiti 2 giorni consecutivi di riposo secondo il seguente schema: - lunedì e martedì ovvero -mercoledì e giovedì ovvero -venerdì e sabato.
Preso atto delle richieste da parte delle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori, al fine di non effettuare il 18° turno al sabato notte, lo stesso viene anticipato strutturalmente alla domenica notte precedente. Pertanto il riposo settimanale domenicale avviene dalle ore 22 del sabato alle ore 22 della domenica.
2) Lavoro straordinario
Per far fronte alle esigenze produttive di avviamenti, recuperi o punte di mercato, l'azienda potrà far ricorso a lavoro straordinario per 80 ore annue pro capite, senza preventivo accordo sindacale, da effettuare a turni interi. Nel caso dell'organizzazione dell'orario di lavoro sulla rotazione a 18 turni, il lavoro straordinario potrà essere effettuato a turni interi nel 18° turno, già coperto da retribuzione secondo le modalità indicate al capitolo orario di lavoro, o nelle giornate di riposo.
L'Azienda comunicherà ai lavoratori, di norma con 4 giorni di anticipo, la necessità di ricorso al suddetto lavoro straordinario e terrà conto di esigenze personali entro il limite del 20% con sostituzione tramite personale volontario. Con accordo individuale tra azienda e lavoratore, l'attività lavorativa sul 18° turno potrà essere svolta a regime ordinario, con le maggiorazioni del lavoro notturno: in tal caso non si darà corso alla copertura retributiva collettiva del 18° turno.
Il lavoro straordinario, nell'ambito delle 200 ore annue pro capite, potrà essere effettuato per esigenze produttive, tenuto conto del sistema articolato di pause collettive nell'arco del turno, durante la mezz'ora di intervallo tra la fine dell'attività lavorativa di un turno e l'inizio dell'attività lavorativa del turno successivo. In questo caso la comunicazione ai lavoratori del lavoro straordinario per esigenze produttive saranno effettuate con un preavviso minimo di 48 ore.
3) Rapporto diretti-indiretti
Con l'avvio della produzione della futura Panda e in relazione al programma formativo saranno riassegnate ai lavoratori le mansioni necessarie per assicurare un corretto equilibrio tra operai diretti e indiretti, garantendo ai lavoratori la retribuzione e l'inquadramento precedentemente acquisiti, anche sulla base di quanto previsto dall'art. 4, comma 11, Legge 223/91. Inoltre, a fronte di particolari fabbisogni organizzativi potrà essere richiesto ai lavoratori, compatibilmente con le loro competenze professionali, la successiva assegnazione ad altre postazioni di lavoro.
4) Bilanciamenti produttivi
La quantità di produzione prevista da effettuare per ogni turno, su ciascuna linea, e il corretto rapporto produzione/organico saranno assicurati mediante la gestione della mobilità interna da area ad area nella prima ora del turno in relazione agli eventuali operai mancanti o, nell'arco del turno, per fronteggiare le perdite derivanti da eventuali fermate tecniche e produttive.
5) Organizzazione del lavoro
Per riportare il sistema produttivo dello stabilimento Giambattista Vico alle migliori condizioni degli standard internazionali di competitività, si opererà, da un lato, sulle tecnologie e sul prodotto e, dall'altro lato, sul miglioramento dei livelli di prestazione lavorativa con le modalità previste dal sistema WCM e dal sistema Ergo-UAS.
Le soluzioni ergonomiche migliorative, derivanti dall'applicazione del sistema Ergo-UAS, permettono, sulle linee a trazione meccanizzata con scocche in movimento continuo, un regime di tre pause di 10 minuti ciascuna, fruite in modo collettivo, nell'arco del turno di lavoro, che sostituiscono le attuali due pause di 20 minuti ciascuna. Sui tratti di linea meccanizzata denominati 'passo - passo', in cui l'avanzamento è determinato dai lavoratori mediante il cosiddetto 'pulsante di consenso', le soluzioni ergonomiche migliorative permettono un regime di tre pause di 10 minuti ciascuna, fruite in modo collettivo o individuale a scorrimento sulla base delle condizioni tecnico-organizzative, che sostituiscono le attuali due pause di 20 minuti ciascuna. Per tutti i restanti lavoratori diretti e collegati al ciclo produttivo le soluzioni ergonomiche migliorative permettono la conferma della pausa di 20 minuti, da fruire anche in due pause di 10 minuti ciascuna in modo collettivo o individuale a scorrimento.
Con l'avvio del nuovo regime di pause, i 10 minuti di incremento della prestazione lavorativa nell'arco del turno, per gli addetti alle linee a trazione meccanizzata con scocche in movimento continuo e per gli addetti alle linee 'passo-passo' a trazione meccanizzata con 'pulsante di consenso', saranno monetizzati in una voce retributiva specifica denominata 'indennità di prestazione collegata alla presenza'.
L'importo forfetario, da corrispondere solo per le ore di effettiva prestazione lavorativa, con esclusione tra l'altro delle ore di inattività, della mezz'ora di mensa e delle assenze la cui copertura retributiva è per legge e/o contratto parificata alla prestazione lavorativa, per tutti gli aventi diritto, in misura di 0,1813 euro lordi ora. Tale importo è onnicomprensivo ed è escluso dal TFR, dal momento che, in sede di quantificazione, si è tenuto conto di ogni incidenza sugli istituti legali e/o contrattuali e pertanto il suddetto importo forfetario orario è comprensivo di tutti gli istituti legali e/o contrattuali.
6) Formazione
E' previsto un importante investimento in formazione per preparare i lavoratori e metterli in condizioni di operare nella nuova realtà produttiva. Le attività formative si svolgeranno contemporaneamente alla ristrutturazione degli impianti e saranno fortemente collegate alle logiche WCM. I corsi di formazione saranno tenuti con i lavoratori in cigs e le Parti convengono fin d'ora che la frequenza ai corsi sarà obbligatoria per i lavoratori interessati. Il rifiuto immotivato alla partecipazione nonché l'ingiustificata mancata frequenza ai corsi, oltre a dar luogo alle conseguenze di legge, costituirà a ogni effetto comportamento disciplinarmente perseguibile.
Non sarà richiesto a carico Azienda alcuna integrazione o sostegno al reddito, sotto qualsiasi forma diretta o indiretta, per i lavoratori in cigs che partecipino ai corsi di formazione.
7) Recuperi produttivi
Le perdite della produzione non effettuata per causa di forza maggiore o a seguito di interruzione delle forniture potranno essere recuperate collettivamente, a regime ordinario, entro i sei mesi successivi, oltre che nella mezz'ora di intervallo fra i turni, nel 18° turno (salvaguardando la copertura retributiva collettiva) o nei giorni di riposo individuale.
8) Assenteismo
Per contrastare forme anomale di assenteismo che si verifichino in occasione di particolari eventi non riconducibili a forme epidemiologiche, quali in via esemplificativa ma non esaustiva, astensioni collettive dal lavoro, manifestazioni esterne, messa in libertà per cause di forza maggiore o per mancanza di forniture, nel caso in cui la percentuale di assenteismo sia significativamente superiore alla media, viene individuata quale modalità efficace la non copertura retributiva a carico dell'azienda dei periodi di malattia correlati al periodo dell'evento. A tale proposito l'Azienda è disponibile a costituire una commissione paritetica, formata da un componente della RSU per ciascuna delle organizzazioni sindacali interessate e da responsabili aziendali, per esaminare i casi di particolare criticità a cui non applicare quanto sopra previsto.
Considerato l'elevato livello di assenteismo che si è in passato verificato nello stabilimento in concomitanza con le tornate elettorali politiche, amministrative e referendum, tale da compromettere la normale effettuazione dell'attività produttiva, lo stabilimento potrà essere chiuso per il tempo necessario e la copertura retributiva sarà effettuata con il ricorso a istituti retributivi collettivi (PAR residui e/o ferie) e l'eventuale recupero della produzione sarà effettuato senza oneri aggiuntivi a carico dell'azienda e secondo le modalità definite.
Il riconoscimento dei riposi/pagamenti, di cui alla normativa vigente in materia elettorale, sarà effettuato, in tale fattispecie, esclusivamente nei confronti dei presidenti, dei segretari e degli scrutatori di seggio regolarmente nominati e dietro presentazione di regolare certificazione. Saranno altresì individuate, a livello di stabilimento, le modalità per un'equilibrata gestione dei permessi retribuiti di legge e/o contratto nell'arco della settimana lavorativa.
9) Cigs
Il radicale intervento di ristrutturazione dello stabilimento Giambattista Vico per predisporre gli impianti alla produzione della futura Panda presuppone il riconoscimento, per tutto il periodo del piano di ristrutturazione, della cassa integrazione guadagni straordinaria per ristrutturazione per due anni dall'avvio degli investimenti, previo esperimento delle procedure di legge. In considerazione degli articolati interventi impiantistici e formativi previsti nonché della necessità di mantenimento dei normali livelli di efficienza nelle attività previste, non potranno essere adottati meccanismi di rotazione tra i lavoratori, non sussistendone le condizioni.
10) Abolizionevoci retributive
A partire dal 1° gennaio 2011 sono abolite le seguenti voci retributive, di cui all'accordo del 4 maggio 1987 Parte III (Armonizzazione normativa e retributiva): -paghe di posto -indennità disagio linea -premio mansione e premi speciali.
Le suddette voci, per i lavoratori per i quali siano considerate parte della retribuzione di riferimento nel mese di dicembre 2010, saranno accorpate nella voce 'superminimo individuale non assorbibile' a far data dal 1° gennaio 2011 secondo importi forfettari.
11) Maggiorazioni lavoro straordinario, notturno e festivo
Sono confermate le attuali maggiorazioni comprensive dell'incidenza sugli istituti legali e contrattuali.
12) Polo logistico di Nola
E' confermata la missione del polo logistico della sede di Nola. Eventuali future esigenze di organico potranno essere soddisfatte con il trasferimento di personale dalla sede di Pomigliano d'Arco.
13) Clausola di responsabilità
Tutti i punti di questo documento costituiscono un insieme integrato, sicché tutte le sue clausole sono correlate ed inscindibili tra loro, con la conseguenza che il mancato rispetto degli impegni eventualmente assunti dalle Organizzazioni Sindacali e/o dalla RSU ovvero comportamenti idonei a rendere inesigibili le condizioni concordate per la realizzazione del Piano e i conseguenti diritti o l'esercizio dei poteri riconosciuti all'Azienda dal presente accordo, posti in essere dalle Organizzazioni Sindacali e/o dalla RSU, anche a livello di singoli componenti, libera l'Azienda dagli obblighi derivanti dalla eventuale intesa nonché da quelli derivanti dal CCNL Metalmeccanici in materia di: -contributi sindacali -permessi sindacali retribuiti di 24 ore al trimestre per i componenti degli organi direttivi nazionali e provinciali delle Organizzazioni Sindacali ed esonera l'Azienda dal riconoscimento e conseguente applicazione delle condizioni di miglior favore rispetto al CCNL Metalmeccanici contenute negli accordi aziendali in materia di: -permessi sindacali aggiuntivi oltre le ore previste dalla legge 300/70 per i componenti della RSU -riconoscimento della figura di esperto sindacale e relativi permessi sindacali. Inoltre comportamenti, individuali e/o collettivi, dei lavoratori idonei a violare, in tutto o in parte e in misura significativa, le presenti clausole ovvero a rendere inesigibili i diritti o l'esercizio dei poteri riconosciuti da esso all'Azienda, facendo venir meno l'interesse aziendale alla permanenza dello scambio contrattuale ed inficiando lo spirito che lo anima, producono per l'Azienda gli stessi effetti liberatori di quanto indicato alla precedente parte del presente punto.
14) Clausole integrative del contratto individuale di lavoro
Le clausole indicate integrano la regolamentazione dei contratti individuali di lavoro al cui interno sono da considerarsi correlate ed inscindibili, sicché la violazione da parte del singolo lavoratore di una di esse costituisce infrazione disciplinare di cui agli elenchi, secondo gradualità, degli articoli contrattuali relativi ai provvedimenti disciplinari conservativi e ai licenziamenti per mancanze e comporta il venir meno dell'efficacia nei suoi confronti delle altre clausole.
martedì 25 maggio 2010
Posizione del PRC-SE Puglia sullo sgombero del CSOA Cloro Rosso di Taranto
Ieri abbiamo appreso con sconcerto della firma da parte del Sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, dell’ordinanza di sgombero del CSOA Cloro Rosso.
Il nostro sconcerto è dettato da tre ordini di motivi.
il primo è di carattere squisitamente politico, e cioè non ci può sembrare ragionevole il fatto che un sindaco di sinistra, nella “Puglia Migliore”, decida che vada chiuso, con un atto violento, un’esperienza, forse l’unica a Taranto, di partecipazione democratica, di costruzione sociale di senso e di produzione culturale alternativa, tutti argomenti che dovrebbero essere non solo propri ma persino prioritari per la Sinistra, in modo particolare quando questa governa e ha la responsabilità di costruire e tutelare l’“altro mondo possibile”, non tradendo il proprio mandato storico.
Il secondo ordine di ragioni è per così dire di scelta delle priorità. Può oggi il sindaco di Taranto, la città dell’Ilva, dei veleni che questa ancora riversa sulla popolazione, la città dei morti di lavoro, la città del dissesto economico lasciato dal governo precedente, riversare la propria “energia amministrativa” sulla chiusura del Cloro Rosso? Noi riteniamo di no. E il nostro dissenso deriva anche dal fatto che il lavoro degli attivisti del Cloro Rosso ci è sembrato, in questi due anni, un lavoro svolto per il bene comune, per l’inclusione sociale nelle periferie degradate, per l’ambiente e per l’antifascismo come valore universale e non solo storico. Tutto ciò non può non rappresentare un bagaglio fondamentale ed irrinunciabile per la città di Taranto.
Infine il terzo motivo ci sembra banalmente dettato dal buon senso; e ha a che fare direttamente con ciò che i ragazzi e le ragazze del Cloro Rosso producono nella periferia di Taranto. La palestra popolare, la biblioteca, i concerti, le mostre, gli spettacoli e gli oltre duecento eventi organizzati in due anni rappresentano, per quell’area abbandonata al degrado sociale, linfa vitale. Svolgono un’azione importantissima di inclusione sociale, al punto da rischiare la propria vita (ricordiamo tutti quello che è successo a Claudio o a Riccardo; e ricordiamo la solidarietà espressa da tutti, ad incominciare dal sindaco in quell’occasione). Per questo motivo riteniamo vadano persino portati ad esempio di determinazione, coraggio e coerenza, non di certo sgomberati.
Auspichiamo che il Sindaco ci ripensi; se ciò non accadesse staremo da una sola parte della barricata: quella delle compagne e dei compagni del CSOA Cloro Rosso di Taranto. Saremo con loro in strada e in ogni luogo dove facciamo politica.
Difenderemo il diritto del CSOA Cloro Rosso di esistere fino all’”ultimo respiro”.
Per la segreteria Regionale del Prc
Nicola Cesaria
Tonia Guerra
martedì 27 aprile 2010
Risposta a "Verde di Rabbia" sull'iniziativa "NEL DUBBIO PITTA" del 25 aprile 2010
Qualche giorno fa, guardando la trasmissione “Verde di Rabbia” su Telebari, abbiamo assistito sconcertati ad un servizio canzonatorio e denigratorio nei nostri confronti: a detta del “simpatico” inviato della trasmissione, la nostra iniziativa del 25 Aprile scorso “Nel dubbio Pitta”, con la quale avevamo cancellato le scritte neofasciste e neonaziste che infestano Bari, avrebbe reso sporchi e inguardabili i muri della città.
La “teoria” alla base del servizio pare essere questa: “questi ragazzi di destra e di sinistra che giocano a fare politica imbrattando la città in un continuo botta e risposta devono andare a fare gli sporcaccioni da un’altra parte”; ora, a parte il fatto che le nostre organizzazioni fanno politica seriamente da anni in questa città, nessuno mette in dubbio che la vernice bianca con cui abbiamo cancellato le scritte neofasciste possa essere antiestetica, ma avremmo voluto che gli amici di Telebari spendessero qualche minuto del loro tempo a riflettere sulle ragioni alla base della nostra iniziativa, che si inserisce in un silenzio assordante sul tema dell’antifascismo che siamo costretti a riscontrare da qualche anno a questa parte.
Avrebbero potuto accennare quantomeno ai motivi che ci hanno spinto a prendere in mano secchi e pennelli ma invece hanno scelto la denigrazione. “Luridi”, “nzivusi”,”ragazzi che giocano a fare politica” sono solo alcuni epiteti che ci sono stati affibiati (senza peraltro essere mai nominati direttamente): una sporcizia verbale che non ha nulla a che vedere con la satira, non suscita alcun sorriso, se non di compatimento; non ci fa ridere affatto pensare che il gesto simbolico di alcuni ragazzi che credono ancora nei valori della Resistenza possa essere additato come simbolo di incultura e mancanza di senso civico.
Un gesto come il nostro, legittimamente criticabile nei modi, è quantomeno un segnale di speranza in un momento in cui fra le giovani generazioni ci sono spesso nei confronti della Resistenza sentimenti di indifferenza se non di ostilità. Forse è il caso di chiarire che la nostra vernice bianca è solo un *simbolo*, e che chi dovrebbe invece occuparsi di ripulire i muri *cancellando* le scritte non siamo certo noi! Forse gli autori del servizio preferiscono immaginare i ragazzi pugliesi come un esercito di cervelli lisci,vuoti,senza caratteristiche né memoria, proprio come i muri della loro città ideale.
Cosa preferirebbe un ebreo tra una svastica e una chiazza bianca?
Cosa preferirebbe uno straniero dalla pelle scura, una scritta "negro di merda" o una chiazza bianca?
Link Bari, Uds Bari, Linkredulo, Zona Franka, Giovani Democratici Bari, Giovani Comunisti Bari.
N.B.
La pulizia ad opera dell'AMIU può essere effettuata solo su muri di proprietà comunale e su esplicita richiesta del comune. Lì dove le scritte sono fatte su palazzi o edifici privati spetta al privato la pulizia e pagare un intervento di quel tipo costa molto.
lunedì 15 marzo 2010
Il Ballo della Costituzione
Altre novità dal Parlamento Italiano! Dopo il famoso evento del Ballo delle Debuttanti del 2008, dove ministri inesperti, inaffidabili e incompetenti hanno fatto il loro debutto nel parlamento italiano, buttando nel baratro l’istruzione e l’università pubblica italiana, ora c'è un nuovo evento che imperversa su tutti i giornali italiani.. Il Ballo della Costituzione!!
Infatti, il governo di centro destra il 5 marzo, dopo aver emanato un decreto assolutamente incostituzionale, ha deciso di organizzare un ballo in suo onore per darle l’ultimo e definitivo addio.
- Addio all'articolo 72, grazie al Decreto Salvaliste. Per l'incompetenza di chi ha presentato le liste in Lombardia e nel Lazio, si scavalca la Costituzione, che prevede che il Governo non possa emanare decreti in ambito di materia elettorale.
- Addio agli articolo 35, 36, 37, 38, 39 e 40, addio al diritto al lavoro: i lavoratori da tempo non hanno più tutele come parte debole nel rapporto di lavoro, non hanno più retribuzioni adeguate, la disoccupazione femminile è alle stelle, le forme di previdenza vengono messe in dubbio, i sindacati ed il diritto di sciopero sono sotto attacco. Precarietà e ricattabilità sono il destino di tutti i lavoratori.
-Addio all'articolo 34 ed al diritto allo studio: le scuole private vengono finanziate dallo Stato, mentre la scuola pubblica affonda. Si abbassa l'obbligo scolastico, consegnando la formazione dei giovani nelle mani delle imprese. L'Università subisce la mannaia dei tagli e rischia la privatizzazione. Le tasse universitarie aumentano, così come aumentano sprechi e privilegi.
Di fronte a questo scempio chiediamo che la Costituzione, nata dalla Resistenza e fondamento della Repubblica Italiana e della sua società, venga applicata e non resti lettera morta.
mercoledì 10 marzo 2010
L’Università in crisi... non per la crisi!
L’Università in crisi... non per la crisi!
Venerdì 12 marzo 2010 ore 9:00 - P.zza Umberto I Bari:
Studenti in piazza contro la Gelmini, contro il buco, per il Diritto allo Studio
Gli effetti, tanto temuti e altrettanto pronosticati, dei tagli del Ministro Gelmini si sono finalmente palesati: l’aumento delle tasse universitarie. Ben lontani dall’essere dettati da una misura d’emergenza contro la crisi, i tagli di fondi che il Ministro Gelmini ha imposto all’università italiana (nel quinquennio 2008-2013 di 1,5 miliardi di euro), sono dettati da un preciso piano politico: depauperare l’università pubblica, costringerla al fallimento e poi affidare l’istruzione ai privati, che renderanno la conoscenza un bene elitario o una merce di scambio da immettere nel mercato capitalistico del lavoro.
Ad ogni modo, per comprendere le strategie ora in atto nel Nostro Paese, è bene rilevare il dato che l’Università è solo uno dei settori dell’Istruzione pubblica, danneggiati dalle politiche neoliberiste dell’attuale governo. Con l’abolizione dell’ICI, i Comuni si trovano a gestire gli asili nido con notevoli difficoltà, restringendo il numero di accesso dei bambini e alimentando il mercato degli asili privati, accessibili solo ai più abbienti; con ilmaestro unico, la scuola primaria, fiore all’occhiello dell’Italia nel mondo, è tornata indietro di 90 anni alla Riforma Gentile del ‘23; con i tagli alla scuola media, la riduzione degli insegnanti - e il conseguente accorpamento delle classi - ha reso più debole e meno efficace la didattica in aula.
A breve tempo, il compimento della Riforma Gelmini e dei suoi tagli sarà visibile sotto gli occhi di tutti: il lento e strisciante depauperamento dell’Istruzione Pubblica porterà a rendere più appetibili le Università Private, che, a parità di tasse elevate ma con una offerta didattica migliore, risulteranno - per chi può permetterselo – più “convenienti” rispetto alle Università Pubbliche, rese scadenti dalle politiche consapevolmente autolesioniste di un governo neoliberista.
La situazione dell’Università di Bari è a un passo dal dissesto finanziario. A causa sia dei tagli della Gelmini, sia delle politiche scellerate di spese senza copertura del precedente rettore Girone (assunzioni immotivate, acquisto di immobili inutilizzati), ma anche del rifiuto di pensionamento di molti professori\Baroni che ogni anno continuano a costarci 2,4 milioni di euro, l’Università degli Studi di Bari si trova a dover coprire un buco di 52 milioni di euro.
Varie sono le proposte avanzate per risolvere questa situazione, tra cui quella di vendere una parte del patrimonio immobiliare dell’Università, ma due sono quelle che i Giovani Comunisti rifiutano nettamente: l’aumento delle tasse universitarie e la richiesta di un mutuo bancario di 20 milioni di euro.
Nel primo caso, riteniamo che l’aumento delle tasse sarebbe una misura emergenziale, un palliativo non in grado di risolvere un deficit strutturale delle casse universitarie. Anche un aumento del 40% (la peggiore delle ipotesi) dell’aumento tasse porterebbe nelle casse universitarie appena 6 milioni di euro in più. Inoltre sosteniamo che le misure di risanamento non debbano partire “dal basso”, dagli studenti, ma “dall’alto”, innanzitutto da quei professori\baroni che, pur raggiunta l’età di pensionamento, non intendono congedarsi dai propri incarichi universitari: se tali sedicenti amano tanto il loro lavoro, possono prestare i loro servizi all’università gratuitamente e vivere dignitosamente della propria pensione.
Nel secondo caso, riteniamo che la richiesta di un mutuo significherebbe legare l’università ad un esterno, ad un privato, che potrebbe influenzarne le sorti a proprio piacimento. Siamo consapevoli che è richiesta di molti studenti quella di porre un ponte tra l’università e le aziende, una richiesta che deve essere soddisfatta, ma non in questo modo.
La situazione del Diritto allo Studio della Regione Puglia non è più rosea. Per quanto concerne l’erogazione delle “Borse di Studio”, stando ai dati forniti dal MIUR nell’anno 2007\2008 in Puglia su 15.000 studenti idonei a ricevere una borsa di studio, solo 7.900 hanno visto riconosciuto il proprio diritto, con una copertura solo del 50,1%. Quest’anno sappiamo che solo il 54,4% degli studenti idonei ha ricevuto effettivamente la borsa di studio.
Per quanto riguarda il diritto all’Alloggio, stando ai dati forniti dal MIUR nell’anno 2007\2008 in Puglia, per 3.000 studenti fuori sede, esistono alloggi universitari per un numero di ospiti 1.400. Ma il dato più drammatico è che, dei 1600 studenti fuori sede esclusi dai collegi, solo 300 decide di inviare alla Regione Puglia la richiesta di ricevere un contributo per pagare un alloggio presso privati. Solo 228 hanno ricevuto un contributo.
Venerdì 12 marzo 2010, i Giovani Comunisti scenderanno in piazza per gridare che i tagli all’università e il conseguente aumento delle tasse universitarie sono un atto vergognoso, perché permettono l’accesso alla conoscenza solo a chi ha i soldi per permettersela. L’elitarismo sociale ed economico, a cui la Riforma Gelmini espone l’Università pubblica, è ANTICOSTITUZIONALE, perché “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana” Art. 3, Costituzione Italiana.
I Giovani Comunisti sostengono pienamente le associazioni studentesche, che in questo momento si stanno opponendo ai tagli del Governo e all’aumento delle tasse universitarie. E alla proposta del sindacato studentesco LINK di abolire il “gettone di presenza” per i componenti del Senato Accademico e del CDA, i Giovani Comunisti propongono l’abolizione dei compensi che i professori universitari ricevono per ogni studente\tesista al momento della seduta di laurea: 250 euro per ogni professore e 350 euro per il presidente della seduta di laurea. In altre parole, chiediamo “Sedute di Laurea a costo zero” e “tagli dall’alto”.
Bari, 10 marzo 2010
Vito Leli, Giovani Comunisti Bari
domenica 14 febbraio 2010
Conferenza Provinciale Giovani Comunisti Bari
Sabato 14 febbraio si è tenuta a Bari la IV conferenza provinciale dei Giovani comunisti, l’organizzazione giovanile del Partito della Rifondazione Comunista nata nel 1994. Presenti all’appuntamento gli iscritti ai circoli di Bari, Mola di Bari, Conversano, Monopoli, Ruvo di Puglia, Molfetta, Bitonto, Gravina di Puglia, Noci, Casamassima e Cassano delle Murge.
Presente all’iniziativa anche Sabino De Razza, segretario provinciale del partito, e alcuni ragazzi somali che da qualche mese vivono nel Ferrhotel di Bari. Nel suo intervento, uno di loro ha parlato delle convulse vicende politiche che da tempo caratterizzano la Somalia, dei vari pericoli che hanno caratterizzato il suo viaggio verso l’Italia e dell’esperienza all’interno del CARA (centro di accoglienza per richiedenti asilo). Ha inoltre ricordato la straordinaria esperienza del Ferrhotel e l’apporto della Rete Antirazzista, alla quale partecipano varie organizzazioni e singoli cittadini sensibili all’argomento. Sulle attività della Rete Antirazzista si è soffermato anche Chouaib Chtiwi che ha elogiato il progetto portato avanti dall’organizzazione in quanto risultato di un processo partito dal basso.
Dopo i saluti iniziali, sono cominciati i lavori, presieduti da Pasquale De Candia, iscritto al circolo di Molfetta. Presente anche la coordinatrice provinciale uscente Anna Belligero, esponente del primo documento. Durante la sua relazione ha parlato delle attività svolte dai Giovani comunisti negli ultimi cinque anni- la lotta contro i CPT (centri di permanenza temporanea) e la partecipazione al gay pridetenutosi a Bari nel 2003- fino alla dolorosa scissione avvenuta all’inizio del 2009. Ha poi parlato dei “segnali positivi” di ripresa che ci sono stati e delle iniziative “che hanno ridato senso all’organizzazione” come l’esperienza del Ferrhotel.
Sono poi seguiti gli interventi degli iscritti ai circoli e membri del nuovo coordinamento provinciale che comprenderà in tutto tredici persone. Ivan Signorile, iscritto al circolo di Bari San Paolo, ha parlato della necessità di “cooperare fra circoli” al fine di rafforzare l’organizzazione. D’accordo con lui, Angela D’Accolti, iscritta al circolo di Conversano. Silvia Conca, membro della segreteria provinciale, pur esprimendo soddisfazione per le iniziative portate avanti negli ultimi mesi, ha parlato della necessità di fare un “salto di qualità” per proseguire nel migliore dei modi
Pietro Chiaromonte, iscritto al circolo di Bitonto, ha denunciato la “cecità dei dirigenti che ha portato alla crisi del Partito della Rifondazione Comunista” ma ha elogiato il lavoro portato avanti dalla base e l’iniziativa del Ferrhotel.
Gregorio detto Oriano, ha invece parlato della genesi del circolo di Casamassima, nato dalla volontà di tendere la mano a chi vive il disagio e di creare un centro di aggregazione. Andrea Strippoli ha illustrato le richieste che saranno fatte al presidente della regione sulla questione relativa al diritto allo studio.
La recente conferenza nazionale svoltasi a Pomezia ha sancito la vittoria- anche a livello nazionale- del primo documento ("una generazione di sogni, conflitti, rivoluzioni") e l’ingresso di Silvia Conca eAnna Belligero all’interno del coordinamento nazionale, la prima in veste di membro, la seconda invece sarà portavoce nazionale dell’organizzazione insieme a Simone Oggionni.
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Bari, Italia
sabato 6 febbraio 2010
Conferenza Giovani Ccomunisti Bari
VINCE LA GENERAZIONE DEI SOGNI
Si è svolta sabato 6 febbraio presso il circolo Karl Marx di Bari la conferenza di zona dei Giovani comunisti, l’organizzazione giovanile del Partito della Rifondazione Comunista, nata nel 1995. La conferenza ha visto coinvolti gli iscritti ai circoli di Mola, Casamassima, Bari e Bari San Paolo.
I lavori sono stati presieduti da Silvia Conca, studentessa 25enne iscritta al circolo di Gravina di Puglia, membro della segreteria provinciale di Rifondazione. Due i documenti in gara: il primo, intitolato “Una generazione di sogni, conflitti e rivoluzioni” è stato presentato da Anna Belligero, coordinatrice provinciale iscritta al circolo di Bari, e ha registrato un vero e proprio trionfo ottenendo il 100% dei voti (18 a 0). Il secondo documento- intitolato “Lottare, occupare, resistere!”- è stato presentato da Vittorio, ricercatore universitario iscritto ad un circolo di Avellino.
Ad un anno dalla scissione, è stata sottolineata la necessità di ricompattare nel migliore dei modi l’organizzazione e di “veicolare messaggi positivi, idee che possano davvero portare ad una società migliore e che siano in netto contrasto col dilagare di sentimenti negativi quali l’odio e la paura dell’altro”. Dai vari interventi che ci sono stati è emersa la necessità di “partire dal basso, dal radicamento sui territori, cosa che in tante realtà è stata fatta, basti pensare al partito sociale o all'esperienza del Ferrhotel di Bari. Dobbiamo proseguire su questa strada perché solo così potremo considerarci utili per la società”. Si è parlato molto di scuola, università, lavoro, ambiente e della questione meridionale, della necessità di lottare contro la privatizzazione dell’acqua, contro il nucleare e contro gli inceneritori.
Domenica prossima presso la federazione di Bari ci sarà la fase finale della conferenza provinciale che vedrà riuniti tutti i circoli del territorio.
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venerdì 5 febbraio 2010
Cronaca "nera" dal consiglio regionale pugliese
Ieri, 4 febbraio, nel Consiglio Regionale della Puglia si è aperta una ferita difficilmente rimarginabile. Dopo oltre 4 anni di rinvii, dovevano finalmente andare in discussione le modifiche alla legge elettorale regionale contenute nel programma di governo. Fra le modifiche, tutte importanti in quanto attinenti al nodo cruciale della rappresentanza democratica e al diritto di accesso alle istituzioni di tutte le componenti presenti nella società (è chiaro che lo sbarramento al 4% impedisce tale diritto), vi erano quelle sulla rappresentanza di genere. In un mondo decente la presenza paritaria ed equilibrata dei due generi nelle sedi istituzionali dovrebbe essere, come dire, naturale; non dovrebbe cioè essere oggetto di rivendicazioni o di specifiche disposizioni di legge. In un mondo decente. Sui banchi dell’ ormai “scadente” Consiglio Regionale Pugliese siedono 70 consiglieri, fra cui 1 donna: assistere ad una seduta di Consiglio significa visualizzare questa mostruosità.
Ieri, anche se con un ritardo di qualche anno, si aveva l’occasione per tentare un rimedio, un risarcimento, attraverso l’approvazione di due emendamenti presentati da Rifondazione Comunista, uno sull’ inammissibilità di liste che non rispettassero una equilibrata presenza di genere (non si osava il 50%), l’ altro sulla pari presenza dei due generi in caso di doppia preferenza sulla scheda. La discussione preliminare era stata avviata qualche settimana fa, ma si era alla vigilia delle primarie ed i consiglieri (di destra e di centro-sinistra) decisero opportunisticamente di rinviarla. Non che non ci fossero segnali premonitori, l’assenza del Presidente, il tono dell’ intervento del capogruppo del PD, la svogliatezza che aleggiava nell’aula. Ma, come dire, ci fidavamo degli impegni presi e delle dichiarazioni pubbliche. Alle donne presenti non fu risparmiato niente, neppure lo sberleffo che si levò da parte di alcuni esponenti del centrodestra che, rivolgendosi al capogruppo del PRC che si apprestava a presentare gli emendamenti in questione salutando i consiglieri e “la consigliera”, lo invitavano a salutare anche “l’aula”, “che pure quella è femmina”. Questo fra l’ indifferenza, le risate e gli ammiccamenti dei più, anzi dei “meno”. A noi, che assistevamo sbigottite a quella manifestazione di bullismo istituzionale, restava addosso un inspiegabile senso di vergogna. Ieri l’ aula è tornata ad occuparsi della questione. Per poco, perchè Rocco Palese, candidato della destra alla presidenza della Regione, ha presentato un emendamento per rinviare sine die la discussione. I consiglieri del PRC, nell’ impossibilità di ottenere di votare tutti gli emendamenti, hanno proposto e difeso almeno quelli sulla rappresentanza di genere. La proposta non è stata accolta. L’emendamento della destra è stato votato, con soli 4 voti contrari, da tutti i consiglieri del centro-sinistra, compresi quelli di Sinistra e Libertà. Succede nel terzo millennio, nella Puglia Migliore. Il Presidente era altrove.
Bari, 5 febbraio 2010
Tonia Guerra, Segreteria Regionale PRC
Eleonora Forenza, Segreteria Nazionale PRC
domenica 10 gennaio 2010
Immigrati di Rosarno trasferiti a Cara di Bari
Immigrati di Rosarno trasferiti a Cara di Bari
Questa sera 200 immigrati provenienti da Rosarno verranno trasferiti nel CARA (Centro Accoglienza Rifugiati Politici) di Bari. Invitiamo tutti i democratici e gli antirazzisti baresi a presidiare questa sera a partire dalle 18.00 il CARA di Bari-Palese per offrire la nostra solidarietà agli immigrati di Rosarno e chiedere la massima garanzia che non vengano ulteriormente perseguitati penalmente. Ribadiamo le condizioni inumane alle quali sono sottoposte queste persone nel nostro paese, prima schiavizzate dalla malavita organizzata poi violentemente aggredite dalla polizia e dalla cittadinanza per essersi ribellati alla condizione di schiavitù nella quale versavano, infine deportati da un centro di accoglienza all’altro, se non nei CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione), veri e propri lager.
Sabino De Razza – Segretario Provinciale Partito della Rifondazione Comunista
Sabino De Razza – Segretario Provinciale Partito della Rifondazione Comunista
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